Titoli e simili che ora possono svilupparsi

Alcune idee chiave che si svilupperanno, introduzione da articolo precedente.

Comprare ciò che prima si poteva solo affittare

Oggi noi possiamo comprare solo alcuni oggetti che sono alla fine della filiera ma non possiamo comprare servizi, questo non è previsto per una difficoltà tecnica.

Fondamentalmente noi oggi possiamo comprare case, macchine e altri oggetti che sono perlopiù finiti.

Invece sarà possibile avere servizi, ovvero flussi di denaro.
Per fare un esempio possiamo immaginare il supermercato. E’ come una scatola, chi lo ha ci mette un certo flusso di denaro ogni mese e ne riceve uno possibilmente maggiore (questo dipende dal numero di acquisti ovviamente, che per lui è un incognita).

Al contrario invece chi ci va ogni mese per comprare sa quanto spende e sa che lo farà ancora a lungo, quindi a lui converrebbe pagare un ‘mutuo di flusso’ invece che un ‘affitto di flusso’.
Fondamentalmente chi ha il supermercato giustifica – in teoria – quel guadagno per un suo rischio nella gestione, in quanto non sa quanti clienti riceverà, e questo ha una sua logica.

Fondamentalmente il proprietario del supermercato opera una sorta di compensazione su tante compere magari saltuarie per mantenere un flusso costante e dunque attiva la filiera. In realtà anche se il singolo ‘compera’ in realtà complessivamente i clienti risultano degli affittuari.

Ma questo decade se il cliente si ‘abbona’, ovvero inizia a pagare un ‘mutuo di flusso’ al supermercato. In questo modo il guadagno di chi ha il supermercato decade, e non è più giustificato dal mercato, che naturalmente dovrebbe logorarlo grazie alla competizione.

Fondamentalmente nel momento in cui diventa possibile stipulare un contratto di mutuo per il singolo, questo singolo erode il rischio del proprietario e dunque giustamente paga di meno il prodotti, del denaro che prima il proprietario guadagnava.

Questo può essere operato anche da singoli clienti che ovviamente compreranno a comprare un certo flusso, questo flusso potrebbe essere comprato direttamente aggiungendo per un certo tempo un sovrapprezzo su ogni prodotto. In ogni caso non è il fatto tecnico la cosa interessante.

L’idea ovviamente si può replicare su tutta la filiera e con gruppi più grandi che vedrebbero diminuire i costi, e aumentare il controllo sui prodotti – ma per questo andrebbe integrato un sistema organizzativo di voto o simili – il tutto al solo costo di mutuo iniziale.

Buono spesa all’interno del supermercato

I buoni spesa già esistono e non sono nulla di nuovo. Con buono spesa intendo quella che si chiama anche ‘gift card’. Fondamentalmente al momento non sono altro che soldi depotenziati, ovvero invece che spendibili per tutti i prodotti dello stato, o della confederazione economica, soltanto per i prodotti di una singola corporation.

Con la decentralizzazione e la tokenizzazione di questi buoni – oltre che la loro prevedibili maggiore divisibilità – si otterrà la possibilità di scambiarli l’un l’altro e questo effettivamente permetterà di creare denaro alle corporation.

Infatti avendo di fatto eliminato i limiti tra un token e l’altro e l’aumentare a dismisura – visti il ridursi dei costi a zero per l’emissione e la gestione – di questi token, basterà automatizzare il cambio per renderli indistinguibili dalla moneta.

Sistemi di incentivo tra gilde di corporation

Un potenziamento delle attuali carte fedeltà. Ovvero sconti in funzione delle precedenti compere.
Come prima cosa i punti si potranno raccogliere tra più aziende che si uniranno in programmi fedeltà unici e con i costi di gestione diminuiti si potranno creare gilde anche di piccole aziende e non solo corporations.
I punti fedeltà saranno ovviamente scambiabili al pari delle monete. Diventando effettivamente anche loro moneta, o meglio buono spesa all’interno di una gilda di supermercati.
Probabilmente sarà quindi normale vedere al posto della scritta “SALDI” “x2 BUONI SPESA”.